Nella complessità del contesto di crisi siriano, i bambini e le bambine sono la categoria maggiormente esposta a rischi e alla negazione dei propri diritti. Tra loro, i minori con disabilità rappresentano sicuramente una delle categorie più vulnerabili. Nonostante non si abbiano dati disponibili certi sul loro numero, essendovi nel Paese circa 3 milioni di persone con disabilità, è intuibile che anche il numero dei minori con disabilità non sia un dato trascurabile. Il loro rischio di esclusione dalla vita sociale, il cui centro è la partecipazione scolastica, è purtroppo molto alto. Di fatto, i problemi legati all’accesso all’educazione presenti in Siria si ampliano per i bambini e le bambine con disabilità, soprattutto nelle zone rurali meno servite. È per questo che all’interno delle azioni di WeWorld, sostenute dalla Cooperazione italiana, la promozione dell’educazione inclusiva è intesa come una strategia fondamentale per garantire l’accesso a servizi educativi di qualità per le fasce più vulnerabili della popolazione.
In tal senso, la prima sfida è rappresentata dalla mancanza di strutture scolastiche (inclusi i servizi igienici) accessibili, che permettano l’accesso fisico di bambini e bambine con problemi motori. In secondo luogo, è necessario supportare gli insegnanti in modo tale che possano disporre delle competenze, degli strumenti e degli spazi necessari per fornire un supporto adeguato a bambini e bambine con bisogni educativi speciali. Infine, è importante agire per ridurre il forte stigma a livello sociale sulla disabilità, che rappresenta una delle principali barriere alla partecipazione dei minori con disabilità alla vita sociale in generale, ed a quella scolastica in particolare in uguaglianza di condizioni.
Grazie al supporto della Cooperazione Italiana, WeWorld ha lavorato insieme alle istituzioni e comunità locali nei centri urbani e nelle zone rurali di Aleppo e di Deir-ez-Zor per ridurre le principali barriere di accesso all’educazione per i bambini e le bambine con disabilità. Le attività intraprese riflettono un approccio all’educazione inclusiva che è stato discusso con il Ministero dell’Educazione e con le Direzioni di Educazione di Aleppo e Deir-ez-Zor e altri attori chiave sul territorio. All’interno di queste regioni, sono molto poche le strutture che rispondono agli standard di inclusività stabiliti dalle autorità locali e a quelle che possono essere definite come tali, mancando di fatto le risorse per essere operative. WeWorld è intervenuta in 8 scuole, che sono state riabilitate e dove è stato fornito materiale scolastico e sanitario necessario per rendere le strutture inclusive. Inoltre, sono stati creati degli spazi per lo sviluppo della prima infanzia e aule d’appoggio nelle quali vengono svolte attività mirate per il supporto all’apprendimento di bambine e bambini con bisogni educativi speciali in 7 scuole, a beneficio di oltre 4.000 studenti e studentesse. 200 docenti hanno inoltre beneficiato di un processo formativo sull’educazione inclusiva.
Tuttavia, alle barriere infrastrutturali e a quelle legate alla scarsa disponibilità̀ di materiale e personale nelle scuole, si aggiungono ulteriori rischi di protezione. La mancanza di una cultura scolastica e comunitaria inclusive, fondate sul rispetto e la comprensione della diversità̀ come risorsa sociale, lascia la strada libera a discriminazioni ed esclusione. Per questo, WeWorld interviene non solo sugli spazi di apprendimento e sulle capacità degli insegnanti, ma mira anche ad aumentare le conoscenze e la consapevolezza delle comunità educanti in generale attraverso campagne di sensibilizzazione che coinvolgono studenti e studentesse, genitori e le comunità intere. Negli ultimi due anni, questa iniziativa ha raggiunto oltre 400 persone.
La promozione della cultura dell’inclusione contribuisce ad assicurare la sostenibilità nel tempo del lavoro intrapreso e ad assicurare a bambini e bambine con disabilità in Siria l’accesso agli stessi diritti dei loro coetanei.