Allarmante soprattutto la condizione di donne sole e bambine
Serve un intervento immediato!
In Afghanistan il freddo è ormai alle porte, le risorse sono sempre più scarse e alcune categorie particolarmente vulnerabili, come donne, bambini e bambine, rischiano di non superare l’inverno.
Oltre 40 anni di crisi prolungata e di guerra, impoverimento, disintegrazione dello stato di diritto ed esclusione sistematica delle donne dalla vita sociale, economica e pubblica hanno colpito duramente la popolazione afghana, segnando soprattutto i diritti di donne e bambine.
L’Unesco riporta come i tassi di analfabetismo femminile e di mortalità materna siano tra i più alti del mondo. L'Afghanistan ha un tasso di alfabetizzazione degli adulti del 43,02% e mostra un ampio divario tra i sessi: mentre quello maschile è del 55,48%, per le donne è solamente del 29,81%. (UNESCO 2020).
Anche Tolo News ha condiviso dati allarmanti: sono oltre 2 milioni le ragazze afghane a cui oggi viene negato l'accesso al sistema educativo, dopo che i talebani hanno vietato loro la presenza a scuola a partire da quella secondaria. Inoltre, aggiunge il sito della tv afghana, oltre il 50% delle bambine non ha accesso all'educazione primaria, pur non essendoci un divieto formale. Si tratta di un vuoto incolmabile.
Le recenti transizioni di leadership nel Paese e le implicazioni che questi cambiamenti hanno avuto sui servizi di base, i sistemi finanziari e i mercati, hanno portato a un ulteriore e drammatico deterioramento della situazione per le persone vulnerabili.
Mentre il pieno impatto dei recenti eventi richiederà più tempo per manifestarsi, le organizzazioni umanitarie stanno già assistendo a un pericoloso aumento della necessità di aiuti umanitari a un numero sempre più ampio di persone. Le conseguenze di queste azioni si ripercuotono sull’intera popolazione afghana e su donne e ragazze in maniera ancora più rapida e preoccupante.
Le donne afghane costituiscono uno dei gruppi sociali più vulnerabili del Paese: molte di loro hanno perso il contatto con le reti comunitarie e sono sole nell’affrontare difficoltà fisiche e psicologiche come unici capifamiglia. Le tradizionali catene di solidarietà sono state spezzate.
Inoltre sono in aumento le denunce di violenza femminile perché continuano a essere molestate, aggredite e violentate; sono un vero e proprio bersaglio di rappresaglie etniche.
Più di due milioni di donne sono vedove di guerra e un numero ancora maggiore è di fatto divenuto capifamiglia. Il conflitto ventennale ha creato milioni di vedove e l’emergenza Covid-19, in un paese dove solo il 2% della popolazione è vaccinata, ha esponenzialmente aumentato il numero di donne sole trasformando il Paese in una gigantesca fabbrica di vedove.
Molte di loro sono le più povere tra i poveri, analfabete, costrette a mendicare per sopravvivere rischiando ogni giorno la loro vita da quando I talebani hanno vietato alle donne di uscire di casa senza un tutore maschio. Pensiamo a tutte quelle donne che non hanno figli maschi e vivono nel costante rischio di non riuscire nemmeno a elemosinare qualcosa per sostenere la propria famiglia.
Questa vulnerabilità è ulteriormente esasperata dalle dure condizioni dell’inverno in Afghanistan, dove le temperature possono raggiungere i -12 gradi. Le donne sole capofamiglia e le loro bambine e bambini rischiano di non superare l’inverno. Sono prive di risorse, documenti o mezzi di trasporto per riuscire a rifugiarsi nei paesi vicini. Piangono disperate mentre si nascondono, terrorizzate che le più giovani vengano scelte come spose dai talebani, o peggio.