Servono altri 182 anni perché il livello di inclusione per donne e bambini/e nel mondo migliori. Oggi 1 bambino su 2 e oltre 1 donna su 3 vivono in Paesi caratterizzati da forme di esclusione; tra le cause povertà, conflitti, cambiamenti climatici, migrazioni forzate e per i minori l’aumento dei rischi online. Garantire un futuro a bambini e bambine è la priorità.
Un mondo ancora profondamente diseguale, contraddistinto in molti Paesi da bassi livelli di inclusione di donne e minori; un mondo dove 1 bambino su 2 e oltre 1 donna su 3 vivono in Paesi dove ci sono diverse forme di esclusione, dal punto di vista economico, sociale e dei diritti fondamentali. Queste le principali evidenze che emergono dal rapporto “WeWorld Index – Women and Children Breaking Barriers to Build the Future”, l’indice che abbiamo elaborato da quest’anno per uno sguardo ancora più globale in collaborazione con ChildFund Alliance - una rete globale di 11 organizzazioni di sviluppo incentrate sui bambini che lavorano per creare opportunità per bambini, bambine e giovani, le loro famiglie e le comunità a cui appartengono - per misurare il livello di inclusione di donne, bambine e bambini in quasi 170 Paesi del mondo.
L'inclusione è un aspetto che interessa molteplici sfere della vita: dall’accesso all’istruzione, alla salute e a vivere in luoghi sicuri alla parità di diritti nella partecipazione sociale; dall’accesso a servizi pubblici alla possibilità di esprimere pienamente e liberamente la propria personalità.
Il WeWorld Index 2022 è un indice composito che raggruppa 30 indicatori riferiti a 15 “dimensioni” (due indicatori per dimensione) che fanno riferimento a 4 fondamentali ambiti della vita delle persone: salute, istruzione, economia e società. Nel 2022 per la prima volta è stato calcolato non solo un indice per i singoli Paesi ma anche un indicatore Globale: dal 2015 (primo anno del WeWorld Index) a oggi il mondo, globalmente, è migliorato, ma solo di 1 punto e mezzo. Di questo passo ci vorranno 182 anni perché a livello globale si raggiunga un adeguato livello di inclusione per donne e bambin/e nel mondo.Per questo l’Index 2022 si concentra in modo specifico sulle 5 barriere principali che colpiscono bambini/e e ragazzi/e nella realizzazione del loro futuro.
“Il report evidenzia come la grande sfida dei nostri tempi sia garantire un futuro a bambini e bambine” commenta Marco Chiesara, Presidente di WeWorld. “In questa edizione non si registra ancora l’impatto della guerra in Ucraina, mentre nella prossima diventerà probabilmente un punto significativo. Quello che emerge con chiarezza è invece come la pandemia abbia impattato non solo sulla salute, ma sull’aumento delle disuguaglianze: la distribuzione dei vaccini solo nel Nord del mondo, l’istruzione online che ha sfavorito o escluso intere fasce di bambini/e più povere. Il risultato è un allontanamento dagli obiettivi dell’Agenda 2030 e un aumento dell’esclusione di bambine, bambini e donne in molti Paesi. Come si legge nel rapporto, le barriere all’inclusione sono molteplici: per questo è fondamentale intervenire con politiche mirate e multisettoriali. Donne e bambini devono essere considerati sia soggetti che attori di cambiamento, e per questo le Istituzioni locali, nazionali e sovranazionali devono mettere finalmente al centro il loro futuro”.
"È fondamentale che il mondo presti attenzione a come gli effetti di queste cinque barriere si intrecciano tra loro, creando una combinazione minacciosa che potrebbe potenzialmente compromettere il futuro di un'intera generazione e di quelle a venire", ha affermato Meg Gardinier, Segretario generale di ChildFund Alliance. "Sebbene rimanga un lavoro significativo da fare, sono incoraggiato dagli sforzi collaborativi dei membri di ChildFund e dei nostri partner per creare un mondo più inclusivo in cui i bambini e le donne abbiano i diritti fondamentali garantiti e siano in grado di realizzare il loro pieno potenziale".
Gli highlights: classifica
La classifica finaledel WeWorld Index 2022, composta da 166 Paesi, vede al primo posto ancora una volta il Nord Europa e l’Europa continentale, le aree più inclusive per donne e bambini. In testa Norvegia, Islanda e Svezia, seguite da Danimarca e Finlandia. Lo stesso vale, purtroppo, per i Paesi in fondo alla classifica: i tre peggiori paesi per l'inclusione di donne e bambini sono Repubblica Centrafricana, Sud Sudan e, ultimo in classifica per inclusione, il Ciad. Dal 2015, primo anno di pubblicazione di WeWorld Index, un gruppo di Paesi non è mai progredito, restando al fondo della classifica; in particolare, l’Africa subsahariana è l’area meno inclusiva per donne e bambini, i cui Paesi sono affetti da povertà cronica, instabilità politica e governi non democratici.
Bambini e bambine - Per quanto riguarda i bambini e le bambine, il peggioramento delle condizioni di vita si è registrato soprattutto sulla sfera dell’educazione: un problema molto grave perché l’educazione è il fattore principale per garantire i diritti fondamentali, l’empowerment e la capacità di costruirsi il futuro.
Donne – Il WeWorld Index 2022 registra a livello globale un timido miglioramento delle condizioni femminili, ma restano molte criticità: la partecipazione delle donne al mondo del lavoro non aumenta, e le donne restano spesso vittime di discriminazione.
Le barriere
Parlando a livello globale, oggi 1 bambino su 2 (50,4%) e oltre 1 donna su 3 (38%) vivono in Paesi caratterizzati da una qualche forma di esclusione. A frenare la conquista di un livello adeguato di inclusione sono cinque barriere a livello globale: povertà, conflitti, migrazioni forzate, cambiamenti climatici e rischi online per ragazzi e ragazze.
Per ogni barriera, il rapporto analizza gli effetti negativi ma anche buone pratiche proposte da ChildFund Alliance, rete di cui WeWorld è membro, e raccomandazioni per superarle:
POVERTA’: Circa il 10% della popolazione mondiale vive ancora in condizioni di estrema povertà. Tra questi, i bambini hanno più del doppio delle probabilità di essere poveri rispetto agli adulti (World Bank, 2020). 127 milioni di ragazze in età da scuola primaria e secondaria non vanno a scuola (UNESCO, 2022).
Raccomandazioni: occorre stabilire e rafforzare sistemi di protezione sociale con una prospettiva intergenerazionale. Un pacchetto di politiche favorevoli alla famiglia dovrebbe fornire servizi di qualità e accessibili in settori come nutrizione, istruzione e salute fisica e mentale.
CONFLITTI: Nel 2020, rileva il WeWorld Index, un bambino su sei - 452 milioni nel mondo - viveva in una zona di conflitto (Peace Research Institute of Oslo, 2021); tra il 2005 e il 2020, più di 93.000 bambini sono stati reclutati e utilizzati dalle parti in conflitto (UNICEF, 2022).
Raccomandazioni: i Paesi del G7 dovrebbero colmare il divario di finanziamento nell'istruzione nelle emergenze e nella risposta umanitaria, migliorando la qualità dei dati finanziari e della difesa basata su prove e sostenendo il Fondo Education Cannot Wait (ECW).
MIGRAZIONI FORZATE. Oggi, quasi 1 bambino su 3 che vive al di fuori del proprio Paese di nascita è un bambino rifugiato (UNICEF, 2021); quasi la metà dei bambini rifugiati nel mondo non è ancora in grado di frequentare la scuola (UNHCR, 2021).
Raccomandazioni: fornire supporto tecnico per rafforzare l’applicazione della legge a misura di bambino in tutte le fasi del viaggio migratorio. Impegnarsi con le autorità per fornire supporto tecnico per istituire un’applicazione della legge a misura di bambino, comprese le procedure di controllo delle frontiere.
CAMBIAMENTO CLIMATICO. Gli effetti della crisi climatica hanno impatto soprattutto sui Paesi più poveri, e, in questi, sulle fasce di popolazione più vulnerabile: circa 1 miliardo di bambini, a livello globale, corrono un “rischio considerevole” a causa delle conseguenze del cambiamento climatico (UNICEF, 2021).
Raccomandazioni: garantire che l’interesse superiore dei bambini e i loro diritti siano inclusi in tutti i piani nazionali per il clima, compresi i piani nazionali di adattamento.
RISCHI ONLINE. In media, ogni giorno vengono identificate sette vittime di sfruttamento sessuale minorile online, e più del 60% delle vittime non identificate di materiale pedopornografico sono in età prepuberale, compresi neonati e bambini piccoli. Più di un terzo degli adolescenti rivela di essere vittima di cyberbullismo: 1 adolescente su 5 salta la scuola per paura del cyberbullismo. Il 65% delle vittime di abusi online sono ragazze (Interpol, 2022).
Sono alcuni dei dati sui rischi online per bambini e ragazzi, analizzati dal WeWorld Index 2022: l’aumento dell’uso di Internet durante la pandemia ha esacerbato il problema, rendendo sempre più urgenti delle soluzioni mirate.
Raccomandazioni: Rafforzare le leggi e le politiche per proteggere i bambini dalle minacce online e dotarli degli strumenti necessari per partecipare all'impegno civico online in modo sicuro, etico e responsabile come parte del loro sviluppo, come affermato dalla campagna di ChildFund Alliance, WEB Safe & Wise “Creare un mondo digitale migliore con i bambini”.
Foto di Blair Millar