I ragazzi e le ragazze della Barona di Milano si raccontano. "La cosa che mi è mancata di più è stato mio padre”. “Non uscivo prima, figuriamoci adesso che c’è il coronavirus”. “Ad un certo punto è iniziata a mancare anche l’aria”.
Denisa, Vasile, Giulia e Jacopo raccontano così la loro quarantena. Un periodo particolare che le ragazze e i ragazzi della Barona, un quartiere nella periferia di Milano, hanno voluto raccontare per esprimere le emozioni vissute durante il lungo lockdown lontani dalla scuola, dagli amici e, in alcuni casi, anche dagli effetti più cari. Professori, educatori, esperti, giornalisti: tutti hanno parlato degli adolescenti che sono rimasti in casa in questi mesi, chi accusandoli, chi comprendendoli. Eppure poche, pochissime volte, i giovani hanno avuto modo di dire la loro.
“Voci dalla quarantena: i ragazzi e le ragazze della Barona di Milano raccontano” è il video che vuole far emergere le parole dei giovani, quegli adolescenti troppo spesso trascurati perché non abbastanza piccoli da suscitare l’indignazione generale per essere bloccati in casa, non abbastanza grandi da essere autonomi nel definire i loro spazi e ritmi.
“Creare una rete tra adolescenti, scuole, famiglie e la comunità educante nel complesso è uno degli obiettivi principali del nostro programma contro la dispersione scolastica. Al centro del progetto ci sono però i bisogni dei ragazzi e delle ragazze – spiega Sabrina Vincenti, responsabile di WeWorld per il progetto REACT – Abbiamo pensato di renderli protagonisti, dando una voce e un volto ai più giovani, perché possano condividere le proprie storie e le proprie emozioni, anche grazie agli scatti fotografici”.
Le loro voci infatti accompagnano gli scatti che Claudio Majorana, catanese specializzato in fotografie di adolescenti e delle loro vite nelle comunità più vulnerabili, ha realizzato durante un tour alla Barona. “Stando con i ragazzi – racconta Claudio Majorana - è stato possibile percepire contemporaneamente la loro fragilità e la sicurezza di sé: gli adolescenti sono spesso in bilico tra queste due condizioni però sono anche soggetti capaci di tirare fuori un grande coraggio e spirito combattivo nelle difficoltà che affrontano”. Per ascoltare l’intera intervista clicca qui.
*Foto di Claudio Majorana
Scopri di più sul nostro progetto nazionale contro la povertà scolastica:
Il programma di REACT – Reti per Educare gli Adolescenti attraverso la Comunità e il Territorio – selezionato da CON I BAMBINI nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile è il nostro progetto nazionale per contrastare la povertà educativa e favorire inclusione e benessere dei ragazzi che vivono in contesti difficili. Attivo dal settembre 2018 in 10 quartieri periferici di Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna, caratterizzati da situazioni critiche di disagio socioeconomico. Il progetto coinvolge 3200 ragazzi, 1700 famiglie vulnerabili e 690 insegnanti e si sviluppa attraverso un modello innovativo che mira da un lato a rafforzare gli adolescenti, specie i gruppi più vulnerabili; dall’altro a potenziare i soggetti (formali: insegnanti, operatori sociali e informali: famiglie, volontari, cittadini, operatori territoriali) che rappresentano la comunità educante.