Un cortometraggio, prodotto da Factanza Media e WeWorld, per raccontare cosa significa essere bambini e bambine in Siria oggi.

Cosa significa andare a scuola per chi è cresciuto conoscendo solo guerra e distruzione?

Cosa rappresenta la scuola per bambini e bambine, ma anche per la società nel suo complesso, quando il diritto all’istruzione non è garantito?

Scoprilo insieme ad Amal, la protagonista del nostro primo corto animato realizzato insieme a Factanza in occasione del 14esimo anniversario dall’inizio del conflitto in Siria, dove lavoriamo dal 2011 al fianco di bambini, bambine e giovani, garantendo il loro diritto al futuro, che passa anche da un’educazione sicura e di qualità.

Il cortometraggio, caratterizzato da animazioni prevalentemente in bianco e nero e da elementi a colori dal significato simbolico, narra la complessità della crisi siriana, in un racconto accessibile a tutti e tutte e dedicato a bambini, bambine e gioviani in Siria.

Anni di guerra civile, di spostamenti massici di popolazione, le conseguenti e profonde crisi economiche ed energetiche, e infine i terremoti che hanno colpito il nord della Siria nel febbraio 2023 hanno portato a una crisi umanitaria profonda e protratta, tra le più complesse al mondo.  

La crisi ha avuto e sta avendo un impatto drammatico sulla qualità dell'istruzione e sulle strutture scolastiche, che attualmente sono insufficienti e per lo più inadeguate o danneggiate, oltre al fatto che mancano docenti che abbiano ricevuto le formazioni necessarie o che possano sostenere i costi di trasporto per raggiungere le scuole.

In questo contesto estremamente complesso sono attualmente 2,45 milioni i bambini e le bambine che hanno rinunciato al diritto all’istruzione, e 1 milione quelli a rischio, venendo così privati e private dei loro diritti basilari, tra cui quello al futuro.

“L’istruzione non è solo un diritto fondamentale, ma uno strumento essenziale per costruire speranza e futuro e restituire dignità e forza. Attraverso questo progetto abbiamo voluto raccontare non solo le difficoltà quotidiane affrontate da migliaia di bambini e famiglie, ma anche il potere dell’istruzione e della collaborazione" - ha dichiarato Dina Taddia, Consigliera Delegata di WeWorld - "Siamo fermamente convinti che dare i giusti strumenti in mano alle persone possa determinare una concreta possibilità di riscatto, un’opportunità per spezzare il ciclo della povertà e costruire una comunità più resiliente. Anche nei contesti difficili come quello che abbiamo raccontato è possibile accendere la luce del cambiamento e restituire una visione di speranza per il futuro, soprattutto ai più giovani”.

Attraverso il Progetto WE-CARE, reso possibile grazie al supporto dell’Unione Europea, ci siamo posti l’obiettivo di garantire, nelle aree più remote e più disservite dei governatorati di Aleppo, Deir-ez-Zor e Ar-Raqqa, l’accesso a servizi di istruzione sicuri, inclusivi e di qualità e ad acqua e servizi igienico-sanitari sicuri), ricostruendo un sistema che possa a sua volta ricostruire il proprio Paese.  Negli ultimi due anni, il progetto ha raggiunto 10.405 bambini e bambine in stato di necessità.

L’intervento di WeWorld

Siamo presenti in Siria dal 2011, prima dell'inizio della crisi, con 3 uffici: Damasco, Aleppo e Deir-ez-Zor, e dal 2024 operiamo anche nel governatorato di Ar-Raqqa, garantendo l’accesso a un'educazione sicura, inclusiva e di qualità, a servizi WASH sicuri (acqua, igiene e servizi sanitari) e a opportunità di sostentamento per la popolazione.

Negli ultimi anni le aree principali di intervento si sono spostate dalle aree urbane a quelle rurali, in particolare le comunità più remote, isolate e disservite, e dove gli effetti della crisi e della distruzione sono stati maggiori.  

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