Nel 2013, le Nazioni Unite hanno istituito il 19 novembre come la Giornata Mondiale dei servizi igienici, conosciuta anche come World Toilet Day. Questa data riveste un’importanza cruciale nel quadro dell’Agenda 2030, che tra i suoi obiettivi per lo sviluppo sostenibile annovera proprio quello di garantire a tutte le persone la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie (Obiettivo 6), ma il mondo è seriamente lontano dal raggiungerlo.
Il tema di quest’anno è “Toilets – A Place for Peace”, e mira a sottolineare la centralità dei servizi igienici, che essendo essenziali per le nostre vite e per garantire la salute pubblica e ambientale, devono essere accessibili, e inclusivi, e rappresentare un luogo di protezione per la nostra salute e la nostra sicurezza. Acqua pulita e servizi igienici sono essenziali per garantire la salute e il benessere umano, eppure ancora oggi sono oltre 2 miliardi le persone che non hanno accesso ad acqua sicura, pulita e potabile, e 3,5 miliardi quelle che non hanno accesso a servizi igienici sicuri (WHO/UNICEF, 2023). Questo ha diverse cause, come la scarsità delle risorse idriche, l’inadeguatezza delle infrastrutture e l’incapacità delle istituzioni di assicurare una fornitura sufficiente e continuativa di acqua, ma anche i conflitti, gli eventi climatici estremi e le catastrofi, esacerbate negli ultimi anni dal cambiamento climatico.
Il diritto all’acqua
L’acqua è una risorsa limitata, da sempre considerata un bene da vendere, comprare e sfruttare, piuttosto che un diritto umano fondamentale. La gestione delle risorse idriche è in mano a poche persone, che le usano in modo eccessivo e sconsiderato, a scapito dei gruppi in condizioni più vulnerabili. La possibilità di accedere ad acqua pulita riflette quindi una dinamica di potere che impedisce a molte persone di vivere una vita dignitosa, soprattutto per coloro che si trovano ai margini della società e che hanno maggiori probabilità di subirne in modo sproporzionato le conseguenze.
Per questo motivo, parliamo di diritto all’acqua: si tratta di un diritto umano universalmente riconosciuto, secondo il quale ogni individuo ha il diritto a un accesso sicuro, sufficiente e continuo ad acqua pulita e potabile per uso personale e domestico. Questo accesso deve essere garantito non soltanto dal punto di vista materiale: l’acqua e le strutture igienico-sanitarie devono essere sicure e accessibili per tutti/e, sia dal punto di vista fisico che economico, senza discriminazioni; inoltre, le persone devono potersi informare ed essere informate riguardo a ogni decisione che possa influenzare direttamente il loro esercizio di questo diritto.
I servizi WASH (WAter, Sanitation and Hygiene)
Il diritto all’acqua è direttamente collegato all’esercizio di altri diritti umani fondamentali, come il diritto alla salute, al cibo, all’educazione, al lavoro, oltre che alla libertà da trattamenti crudeli, inumani o degradanti. Affinché chiunque possa esercitare appieno questi diritti, il diritto all’acqua deve essere affiancato dal diritto all’igiene e a servizi igienico-sanitari sicuri e di qualità, socialmente e culturalmente sensibili e che possano tutelare la privacy e la dignità di tutte le persone. Garantire l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari è ancora più importante nei contesti di emergenza, dove si verificano conflitti, epidemie e disastri naturali, ed è più probabile che i diritti umani, tra cui l’accesso all’acqua e ai servizi igienici, vengano violati.
Per sottolineare l’importanza e il legame tra acqua e servizi igienici, la comunità internazionale utilizza l’acronimo WASH (WAter, Sanitation and Hygiene), che fa riferimento a tutti gli interventi messi in atto per salvaguardare l’accesso a questi servizi e contribuire al miglioramento della vita individuale e comunitaria. Nonostante i diritti all’acqua e a servizi igienici sicuri siano stati universalmente riconosciuti, la loro completa affermazione continua a incontrare numerosi ostacoli, e in alcuni paesi ancora non vengono espressamente tutelati dalla legge.
“L'Ucraina ha compiuto passi da gigante nell’assistenza sanitaria primaria, nonostante il conflitto in corso. Le recenti riforme hanno dato priorità al miglioramento dei servizi sanitari, con un'attenzione specifica all'acqua, ai servizi igienico-sanitari e all'igiene. Tuttavia, persistono molte sfide per raggiungere un livello di servizi WASH adeguato.” - Giovanni Pedron, WASH Programme Manager, Ucraina
L’accesso ai servizi WASH tra disuguaglianze ed esclusione
Come abbiamo approfondito nel nostro Atlante Flowing Futures, all’interno dei diversi paesi permangono forti disuguaglianze in termini di accesso all’acqua e a servizi igienico-sanitari di qualità. In ciascun paese, a subire maggiormente le conseguenze della mancanza di servizi igienici sono i gruppi marginalizzati o in condizioni più vulnerabili che vivono nelle aree rurali, solitamente minoranze etniche, religiose e culturali, e che quindi possono subire molteplici discriminazioni.
Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’UNICEF, che classifica le strutture igienico-sanitarie in base a cinque livelli, 2 persone su 3 nelle aree più decentralizzate non hanno la possibilità di accedere a servizi igienici di base. I servizi migliorati, all’interno dei quali possiamo distinguere tra servizi gestiti in modo sicuro, quelli di base e quelli limitati, assicurano il corretto smaltimento degli escrementi; tuttavia, mentre i servizi di base garantiscono la possibilità di lavarsi con acqua e sapone, le strutture limitate dispongono soltanto di acqua e non risultano divise in base al genere, o sono inutilizzabili. Sempre secondo la classificazione, i servizi non migliorati non permettono di smaltire gli escrementi in modo sicuro, e nel caso in cui i servizi siano del tutto assenti, le persone sono costrette a ricorrere a pratiche igieniche alternative, come la defecazione all’aperto (WHO/UNICEF, 2023).
“Le vulnerabilità in termini di servizi igienici sono particolarmente evidenti nelle aree rurali, dove le comunità indigene, afrodiscendenti e agricole hanno meno accesso a questi servizi di base. All'interno di queste comunità, le donne e le persone con disabilità affrontano ostacoli dovuti alla mancanza di un approccio inclusivo nella progettazione e gestione di tali servizi.” - Tiziana Rossetti, Central America and Caribbean Coordinator di WeWorld, Nicaragua
Servizi igienici e salute
La defecazione all’aperto è una pratica che non solo lede la dignità delle persone, ma rappresenta anche un rischio elevato per la salute, poiché inquina l’ambiente e le fonti d’acqua e aumenta la probabilità di trasmissione delle malattie. Secondo gli ultimi dati, a livello globale, 419 milioni di persone sono costrette a praticare la defecazione all’aperto: in 36 paesi, la percentuale di persone a ricorrervi va dal 5% al 25%, mentre in 13 paesi 1 persona su 4 è costretta a praticarla. L’Africa Sub-sahariana è la regione in cui la defecazione all’aperto è maggiormente diffusa, dove a praticarla sono 193 milioni di persone, seguita dall’Asia Centrale e Meridionale; in Niger, 2 persone su 3 la praticano, mentre in Chad e in Sud Sudan, rispettivamente, il 63% e il 60% vi fanno ricorso (WHO/UNICEF, 2023).
La pratica della defecazione all’aperto può comportare gravi conseguenze per la salute, poiché gli escrementi non smaltiti correttamente inquinano il cibo, l’acqua e l’ambiente, e facilitano la diffusione di gravi malattie come il colera, la dissenteria, il tifo e la diarrea. Quest’ultima è causata nel 90% dei casi dalla mancanza di servizi igienici adeguati, ed è la seconda principale causa di morte tra i/le bambini/e al di sotto dei cinque anni.
“Uno degli obiettivi principali dei nostri interventi in Kenya è quello di eliminare le disuguaglianze nel settore sanitario, che hanno portato a un'elevata incidenza di malattie tra le comunità: i nostri interventi hanno garantito una maggiore copertura delle latrine attraverso la metodologia Community Led Total Sanitation nelle comunità e alla costruzione di servizi igienici accessibili e sensibili al genere nelle scuole, dove sosteniamo l'approvvigionamento idrico attraverso la raccolta dell'acqua piovana.” – Calvince Mikingo, Programme Manager for Health, Nutrition and WASH di WeWorld, Kenya
Servizi igienici e cambiamento climatico
Le aree più decentralizzate, inoltre, sono anche quelle più vulnerabili agli effetti della crisi climatica e degli eventi climatici estremi, poiché la popolazione non è dotata di strumenti sufficienti per farvi fronte. Il cambiamento climatico ha un impatto diretto sui servizi WASH, prima di tutto per quanto riguarda la quantità di acqua potabile disponibile. Negli ultimi anni, questa si è, infatti, ridotta drasticamente a causa dell’innalzamento delle temperature, che minacciano di aumentare la salinizzazione dell’acqua e di favorire il riscaldamento delle fonti di acqua dolce, creando un ambiente prolifico per virus e batteri. Inoltre, lunghi periodi di siccità o inondazioni rendono più difficile l’accesso a servizi igienico-sanitari sicuri, danneggiando le infrastrutture e impedendo il corretto smaltimento di liquami e rifiuti, che non solo causano la contaminazione delle acque favorendo la diffusione di malattie, ma se non correttamente gestiti penetrano anche nel suolo, inquinandolo danneggiando così anche le coltivazioni o l’allevamento.
Servizi igienici e educazione
In molti paesi, inoltre, sono ancora tante le scuole che devono affrontare sfide significative per garantire la disponibilità di strutture WASH per un’adeguata gestione dell’igiene. L'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienici è fondamentale per garantire la crescita e lo sviluppo di bambini e bambine, nonché per la loro educazione. È infatti essenziale assicurare la disponibilità di servizi adeguati nelle scuole, come luoghi sicuri e privati in cui bambini e bambine possano curare la propria igiene personale in modo dignitoso. Nel 2021, tuttavia, 3 scuole su 10 nel mondo erano prive di servizi idrici, e in 1 scuola su 4 mancavano strutture igienico-sanitarie adeguate (WHO/UNICEF, 2023).
Secondo gli ultimi dati a livello globale, il 17% delle scuole dispone di un servizio di igiene limitato (strutture per il lavaggio delle mani con acqua, ma senza sapone) e il 25% non dispone di alcun servizio. Inoltre, il 16% delle scuole presenta servizi igienici non divisi in base al genere o non utilizzabili (UNICEF/WHO, 2022). Quando questi servizi non sono disponibili o sono insufficienti, bambini e bambine hanno maggiori probabilità di ammalarsi, compromettendo il loro benessere e la possibilità di frequentare la scuola, riducendo quindi le loro capacità di apprendimento.
“La frequenza scolastica di molti bambini è influenzata dalla mancanza di servizi adeguati e sufficienti, in particolare acqua e bagni. In particolare, le bambine e i bambini con disabilità e quelli/e che vivono nelle aree rurali sono i/le più colpiti/e dalla fornitura di servizi WASH. La mancanza di servizi igienici puliti e sani, come bagni e acqua corrente, fa sì che spesso le ragazze non abbiano un posto dove cambiare o smaltire gli assorbenti in modo sicuro e privato.” - Agnes Victor, Country mission advisor e Monitoring Officer di WeWorld, Tanzania
I servizi igienici e la salute mestruale
L’accesso all’acqua e a servizi igienici adeguati è anche una questione di genere: per ragioni sociali e culturali sono donne e ragazze a essere colpite in modo sproporzionato dalla mancanza di accesso ad acqua e servizi igienici sicuri. Queste sono spesso costrette a isolarsi per defecare o urinare all'aperto, e rischiano quindi di subire aggressioni, molestie e violenze sessuali. Il mancato accesso a servizi igienici sicuri e divisi in base al genere costituisce una barriera anche per la salute mestruale di donne, bambine e ragazze: le mestruazioni, infatti, continuano ad avere un impatto significativo sull’accesso a un’educazione di qualità a causa di norme e pratiche discriminatorie basate su stereotipi di genere che impediscono a bambine e ragazze di gestire con dignità il proprio ciclo mestruale.
In molti paesi, bambine e ragazze non hanno la possibilità di accedere a infrastrutture igieniche adeguate, sicure e private all’interno delle scuole, dove potersi pulire, cambiare e smaltire i prodotti per la salute mestruale; per questo motivo, molte decidono di abbandonare la scuola all’arrivo della prima mestruazione, o perdono giorni di scuola durante il periodo mestruale, compromettendo le loro opportunità educative e sociali e le loro prospettive future. In Etiopia, ad esempio, il 50% delle ragazze perde da 1 a 4 giorni di scuola ogni mese a causa delle mestruazioni, mentre in Kenya, si stima che le ragazze perdano in media 4 giorni di scuola al mese, che si traduce in 165 giorni di apprendimento in meno su 4 anni (Khan, 2022).
“La mancanza di accesso ai servizi WASH ha un impatto maggiore sulla vita delle donne in Palestina rispetto agli uomini, poiché nella maggior parte delle comunità (sia in Cisgiordania che a Gaza), le donne e i bambini sono tradizionalmente incaricati di andare a prendere l'acqua e pulire la casa. Gli uomini hanno alcune responsabilità nel settore WASH, come costruire latrine o andare a prendere l'acqua con piccoli camion nei punti di rifornimento, ma sono comunque meno coinvolti. Parlare di igiene mestruale, soprattutto con gli uomini, è ancora un tabù in Palestina. C'è bisogno di una maggiore emancipazione femminile nel settore WASH.” - Annelise Herman, WASH Officer, Palestina
L’accesso ai servizi igienici è un problema globale
La mancanza di strutture igienico-sanitarie adeguate, al contrario di quanto si pensa, è un fenomeno che non riguarda soltanto i paesi a basso e medio reddito, ma, anzi, colpisce anche i paesi ad alto reddito, con conseguenze ugualmente gravi. In Oceania, ad esempio, il 61% della popolazione non dispone di servizi igienici di base (WHO/UNICEF, 2023), e in Europa le persone che non vi hanno accesso sono circa 29 milioni, comprese le centinaia di migliaia che devono ancora praticare la defecazione all’aperto (WHO, 2022).
Questo è evidente soprattutto per quanto riguarda i servizi pubblici: molte città europee sono carenti di bagni pubblici puliti e sicuri, anche all’interno di scuole e ospedali; per quanto riguarda l’Italia, una ricerca realizzata nel 2021 rivela che l’87% degli/lle intervistati/e rifiuta di utilizzare i bagni pubblici in quanto li ritiene troppo sporchi, e 3 persone su 4 hanno dichiarato di non riuscire a lavarsi le mani per mancanza di attrezzature adeguate (Rentokil-Initial, 2022).
Di conseguenza, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Europa muoiono ogni giorno 7 persone per malattie diarroiche dovute alla mancanza di accesso a servizi WASH sicuri e adeguati, rendendo questa carenza una questione di salute pubblica globale (WHO, 2022).
Il nostro Atlante Flowing Futures: Atlas on Water, Sanitation, Hygiene and Human Rights
Da sempre lavoriamo per garantire il diritto all’acqua e l’accesso a servizi-igienico sanitari sicuri, affinché tutti e tutte possano esercitare concretamente i propri diritti e condurre una vita dignitosa. Per questo, nel 2024 abbiamo pubblicato l’Atlante Flowing Futures: Atlas on Water, Sanitation, Hygiene and Human Rights, che ripercorre gli ultimi quattro anni del nostro lavoro all’interno del settore WASH e descrive il nostro approccio multisettoriale e interdisciplinare per assicurare che tutti e tutte abbiano accesso ai servizi WASH. L’Atlante esplora come acqua potabile e servizi igienico-sanitari siano collegati a ogni aspetto delle nostre vite, e riporta il nostro intervento in 7 aree tematiche, dalla parità di genere all’inclusione, dalla salute al clima, attraverso dati, mappe, infografiche ed esempi di buone pratiche che abbiamo sviluppato per garantire la continuità e la sostenibilità dei nostri interventi. Oltre ai dati e alle mappe, l’Atlante presenta testimonianze di esperti, esperte, operatori e operatrici che lavorano direttamente sul campo nel settore WASH, oltre che di diretti/e beneficiari/e dei nostri interventi.
“Uno degli obiettivi principali dei nostri interventi in Kenya è quello di eliminare le disuguaglianze nel settore sanitario, che hanno portato a un'elevata incidenza di malattie tra le comunità: i nostri interventi hanno garantito una maggiore copertura delle latrine attraverso la metodologia Community Led Total Sanitation nelle comunità e alla costruzione di servizi igienici accessibili e sensibili al genere nelle scuole, dove sosteniamo l'approvvigionamento idrico attraverso la raccolta dell'acqua piovana.” – Calvince Mikingo, Programme Manager for Health, Nutrition and WASH di WeWorld, Kenya
I servizi WASH sono un diritto umano
I servizi WASH sono essenziali per la salute, il benessere e lo sviluppo umano. L'accesso all'acqua pulita, ai servizi igienico-sanitari e l’adozione di pratiche igieniche corrette permettono di esercitare i diritti umani fondamentali, quali il diritto alla salute, al cibo, all’educazione, alla privacy e a una vita dignitosa. Il riconoscimento esplicito del diritto all’acqua e a servizi igienici sicuri è avvenuto in tempi recenti, più precisamente nel 2010. Nonostante questo primo passo, c’è ancora molta strada da fare per renderlo una realtà universale per ogni persona. Per questo, riteniamo che ogni intervento WASH debba essere accompagnato da attività di sensibilizzazione e informazione, anche attraverso la celebrazione di giornate mondiali, come quella dei servizi igienici, per diffondere la consapevolezza sull'importanza di garantire, a livello universale, l’accesso all’acqua potabile e a servizi igienico-sanitari sicuri e adeguati alle esigenze di tutti e tutte, in particolare in situazioni di emergenza.
“L'accesso alle strutture igienico-sanitarie è fondamentale per gli abitanti di Gaza, quasi tutti sfollati che vivono in tende precarie, in quanto aiuta a prevenire la diffusione di malattie, garantisce l'igiene di base e sostiene la salute generale e la dignità delle comunità vulnerabili in crisi. WeWorld sta sostenendo la costruzione di latrine familiari di emergenza. Ogni giorno riceviamo testimonianze di persone che sono state supportate nella costruzione di latrine familiari che affermano che avere una latrina adeguata ha cambiato tutto per loro: ‘non si tratta solo di privacy, ma anche di tenere i nostri figli al sicuro dalle malattie. Ci dà tranquillità sapere che possiamo gestire la nostra igiene in modo sicuro, anche in questi tempi difficili” – Nicolas Guibert, Specialista WASH, Gaza