Nel Comune di Chipaya, in Bolivia, è stata inaugurata la prima stazione metereologica "open hardware", pubblica e a basso costo, di tutta l’America latina. Insieme a quella idrogeologica, installata sul fiume Lauca, nel municipio di Sacabaya, questa nuova struttura costituirà parte fondamentale del sistema di allerta e monitoraggio, gestito dal SENHAMI - Servicio nacional de metereologia e hidrologia boliviano.
LA STAZIONE METEREOLOGICA L'installazione della stazione metereologica di Chipaya rappresenta una conquista importante in un territorio in cui il fenomeno climatico di El Niño ha causato una gravissima siccità che, in passato, ha costretto al razionamento dell’acqua gli abitanti di ben cinque dei nove dipartimenti in cui è diviso il paese.
CONTRO SICCITA’ E ALLUVIONI Le stazioni metereologiche sono strumenti fondamentali per il monitoraggio delle condizioni climatiche e per la prevenzione dei disastri ambientali che in Bolivia sono spesso causa di ingenti perdite di vite umane, di danni alle coltivazioni e di morie del bestiame. Grazie alle due stazioni prodotte in Italia dal Centro internazionale in monitoraggio ambientale (CIMA) della Protezione civile, ora, sarà possibile prevenire i disastri ambientali. Il Comune di Chipaya potrà ricevere quotidianamente e in tempo reale le previsioni metereologiche dal SENHAMI- Servicio nacional de metereologia e hidrologia boliviano che gestirà le stazioni. In tal modo, sarà anche possibile prevenire le possibili inondazioni del fiume Lauca. L’iniziativa fa parte del programma ACRONET, anche detto “Open hardware”, volto a produrre stazioni metereologiche pubbliche e a basso costo.
IL LAVORO DI GVC L’ azione si inserisce all’interno delle attività del progetto Chipaya, avviato nel 2015 in collaborazione con il Centro boliviano de estudios multidisciplinarios (CEBEM) e e con il sostegno della Delegazione Unione Europera in Bolivia.
CHIPAYA Con un nuovo progetto, poi, nel 2015, GVC e CEBEM hanno implementato un piano di contingenza per inondazioni e siccità e migliorato quello di gestione del fiume Lauca, dando vita a scambi di esperienze con le popolazioni indigene sull’adattamento ai cambiamenti climatici, procedendo a installazioni radio e costruendo muri difensivi per contenere piene e inondazioni del fiume. Grazie al progetto realizzato insieme alla Fondazione e alla tecnologia "open hardware", nell’ambito di un progetto co finanziato dal Dipartimento di Aiuti Umanitari dell’Unione Europea ECHO, sono state inoltre recuperate quattro stazioni idrogeologiche del rio Beni, nel dipartimento di La Paz.
Photo credits: Michele Pasquale*
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