Due nuove scuole palestinesi in Cisgiordania, finanziate da governi europei, sono a rischio di demolizione e confisca. Una corte israeliana ha già intimato agli studenti di una di queste di non entrare in classe. Leggi il comunicato stampa in lingua originale, sul sito di NRC.
ALTRE SCUOLE A RISCHIO Le scuole elementari di Wadi as-Seeq e ad Al Muntar sono state costruite nello scorso anno tramite finanziamenti europei nel quadro degli aiuti umanitari a beneficio di comunità beduine palestinesi, che hanno difficoltà ad accedere ai servizi di base. Inoltre, offrono istruzione a comunità di rifugiati e sfollati che subiscono la distruzione delle loro proprietà da molti anni. Sono ora oggetto di un procedimento giudiziario che potrebbe portare alla loro distruzione e confisca. Le udienze sono previste per il 20 novembre e per il 10 dicembre. L'Information Counselling and Legal Aid Programme (ICLA) del Norwegian Refugee Council (NRC) rappresenta le comunità in questione fornendo assistenza legale ed umanitaria.
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PROSSIMI ALL'ABBANDONO SCOLASTICO "Ancora una volta, i bambini palestinesi vivono nella traumatica prospettiva di svegliarsi e scoprire che la scuola che frequentano non esiste più", afferma Kate O'Rourke, Country Director dell'NRC in Palestina. "Ancora una volta, dobbiamo chiederci: perché i bambini devono vedere negato il loro diritto fondamentale all’istruzione? L'attacco alle scuole è parte di una più ampia strategia di trasferimento forzato di comunità presenti nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est, per fare spazio all'espansione di insediamenti illegali israeliani ". Wisam Merei, il preside della scuola di Al Muntar, dichiara "Se la scuola verrà demolita, la maggior parte dei bambini abbandonerà gli studi". Un rappresentante della comunità e genitore, Abu Hassan, conferma queste preoccupazioni: "Non hanno nessun altro posto in cui studiare nella nostra comunità. Questa scuola permette ai nostri bambini di studiare senza allontanarsi dalla nostra comunità e percorrere strade pericolose vicino agli insediamenti".
DUE SCUOLE ERANO GIA' STATE DEMOLITE Le scuole di Al Muntar e Wadi as-Seeq ospitano più di 100 studenti. È previsto che a febbraio 2018 la scuola di Al Muntar si espanda aumentando il numero di studenti e costituisce un servizio di base fondamentale per la comunità. Infatti, l'accesso alla più vicina scuola primaria viene impedito dalla sua prossimità all’insediamento e a causa della mancanza di infrastrutture appropriate. Nell'arco di nove anni, la comunità di Wadi as-Seeq ha ricevuto 11 ordini di interruzione dei lavori (stop-work orders) alle sue strutture. Due di queste sono state demolite nel 2012 e nel 2014 e tutte le latrine mobili fornite nel 2011 da una ONG locale sono state confiscate dell'Amministrazione Civile Israeliana (ICA). Ora, l'ICA sta tentando di sequestrare anche la scuola alla comunità.
L'APPELLO "Vogliamo esortare i governi e i donors che finanziano l'istruzione dei bambini palestinesi affinché si aumenti la pressione diplomatica, con l'obiettivo di prevenire demolizioni e confische di infrastrutture in violazione del diritto internazionale umanitario e del diritto fondamentale dei bambini all'istruzione", ribadisce O'Rourke. "La distruzione di strutture scolastiche non è solo una violazione del diritto internazionale, ma anche la dimostrazione del disprezzo nei confronti della concessione di aiuti da parte della comunità internazionale alla popolazione palestinese soggetta all'occupazione e volta ad assicurare ai bambini luoghi sicuri in cui studiare". Quest'anno, le autorità israeliane hanno distrutto e danneggiato altre tre scuole in Cisgiordania costruite con fondi internazionali, giusto prima che i bambini tornassero a scuola dopo le vacanze estive. Più di 60 scuole in Cisgiordania sono attualmente a rischio di demolizione e i bambini vedono minato il loro diritto all'istruzione. Solo nella prima metà del 2017, 93 incidenti correlati al diritto all'istruzione hanno toccato 13.906 studenti in Cisgiordania, inclusi episodi in cui granate stordenti e gas lacrimogeni sono stati lanciati a studenti che tornavano a casa da scuola, arresto di minori durante le lezioni e molestie ai posti di blocco.